
Lo Scudo del Bardo
Buongiorno Folkriders,
se in un esercizio piuttosto semplice, riuscite a tracciare un filo conduttore nella storia della mobilità, vi accorgerete di un elemento che raramente nega la sua presenza. Dalle nobili famiglie di cavalieri medievali, alle vele spiegate dei conquistatori dei mari o alle fusoliere degli apparecchi volanti, fino a giungere alle grandi industrie produttrici di veicoli di ogni sorta. Tutti messi in comune da – è il caso di dirlo – uno specifico marchio di fabbrica. Un logo, un simbolo. Un’impronta che si collochi in modo saldo nella mente del pubblico, rendendo impossibile qualsiasi forma di indifferenza o mancanza di identificazione. Il marketing, come vedete, è più o meno sempre esistito.
Ma c’è logo e logo. Messaggio e messaggio. Storia e storia. Ed ora vi raccontiamo quella dello scudo di Trovador.
Per cominciare, un po’ di chiarezza semantica: il nostro logo, in termini rigorosi, è uno stemma, dove per quest’ultimo si intende un insieme visivo composto da uno scudo e da eventuali ornamenti collaterali, divenuto d’uso esteso a partire dall’epoca medievale. Tranquilli, non ci lanceremo in nessuna lezione di araldica, materia peraltro affascinante sulla quale dei super nerd come noi potrebbero chiudersi per mesi.
Ci è sembrato però, fin da subito, necessario trovare un’immagine sintetica, che richiamasse ad un’eleganza antica, una nobiltà d’animo e d’impresa davvero associabile ai romanzi cavallereschi di epoche lontane.
Parlavamo poco fa di fili conduttori: ne abbiamo voluto tracciare idealmente un altro, potremmo dire tra Parsifal ed Eddy Merckx, ma nel nostro caso, più appropriatamente, tra gli oscuri cavalieri erranti cercatori d’avventura ed i ciclocosmi viaggianti che siamo oggi. Da eroi del folclore, a folkriders, insomma.
Ci è piaciuta moltissimo l’idea di uno scudo in bianco e nero, quasi a rappresentare una tavolozza di base su cui costruire le storie ripiene di colori rappresentate sulle nostre biciclette. Come se lo scudo dovesse contemporaneamente proteggere, racchiudere, ma senza offuscare, senza soffocare la creatività e la passione artigianale del nostro lavoro. Un custode silenzioso, discreto, ma sempre presente, un altro, solidissimo, filo che unisce tutti i nostri prodotti e li accomuna sotto l’effigie della nostra filosofia, custodendone i valori e l’autenticità. Senza troppi merletti ed orpelli di contorno.
Al centro dello scudo, infine, sta a noi tutti stabilire cosa vediamo con maggiore nitidezza: volevamo, come potete immaginare, la T di Trovador, Ma in una forma dolce, senza stilizzazioni spigolose nè rigidità, aperta anche ad interpretazioni, quasi a voler stimolare ognuno di noi a scegliere come caratterizzare il proprio viaggio.
Personalmente, noi ci abbiamo sempre visto la rappresentazione di una sella, che delle componenti della bici è forse quella più naturalmente incline a ricordare la forma della lettera T.
La vera domanda, ora, è cosa volete vederci voi, cari folkriders. E se siete pronti all’avventura su questa lunga rotta. Da qualche parte, davvero, tra Parsifal ed Eddy Merckx.